DDL CONCORRENZA: Legge concorrenza, ancora rinviati i nodi taxi, notai e hotel (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Liberalizzazioni. Al Senato i lavori proseguono a rilento
Legge concorrenza, ancora rinviati i nodi taxi, notai e hotel

ROMA. Gli incoraggiamenti, o sarebbe meglio dire le sferzate, giunte dalla Commissione europea per ora non hanno sortito effetti in Parlamento il disegno di legge concorrenza continua a vivacchiare tra qualche modifica secondaria e diversi rinvii.
Il nuovo pacchetto di emendamenti dei relatori da presentare in commissione Industria al Senato, sui temi più attesi quali noleggio con conducente, srl semplificate, notai e farmaci, contrariamente alle attese dovrebbe arrivare solo la prossima settimana. Oggi, ha preannunciato Luigi Marino (Ap), relatore del provvedimento insieme a Salvatore Tomaselli (Pd), dovrebbero essere presentati altri emendamenti aggiuntivi «interessanti ma non risolutivi».
Intanto una sfilza di emendamenti che erano stati già accantonati su temi sensibili, come le società tra professionisti, i notai e la distribuzione di farmaci, sono stati nuovamente rinviati. E sono solo tre i ritocchi approvati nella giornata di ieri. Il primo di fatto restringe i margini per le farmacie che vogliono restare aperte «in orari e in periodi aggiuntivi rispetto a quelli obbligatori»: in futuro, oltre all’autorità sanitaria competente e alla clientela, dovranno informare anche l’Ordine provinciale dei farmacisti.
Il secondo emendamento che ha ricevuto il via libera in commissione sopprime l’articolo che prevedeva il passaggio della tenuta del registro delle successioni dalle cancellerie dei tribunali al consiglio nazionale del notariato. Il terzo, infine, dispone entro 180 giorni l’adozione del «regolamento di organizzazione del Banco nazionale di prova per le armi da fuoco portatili e per le munizioni commerciali».
«Domani (oggi, ndr) speriamo di entrare nel vivo» sospira il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonio Gentile (Ncd), che non può nascondere le incertezze relative alla norma che in questi giorni sta spaccando il governo: da un lato il ministero dei Beni culturali, dall’altro lo Sviluppo che fa leva su un parere ricevuto dagli uffici del sottosegretario alle Politiche europee.
Il ministro del Mibact Dario Franceschini, supportando la posizione espressa con forza anche ieri da Federalberghi, intende preservare la norma che cancella le clausole contrattuali che vietano agli hotel di offrire direttamente prezzi migliori rispetto a quelli proposti attraverso piattaforme online tipo Booking ed Expedia. Il relatore Marino fa capire l’aria che tira: «L’unica modifica a cui si lavora è la notifica alla Commissione europea. Chiediamo a Bruxelles un parere legislativo perché se la legge entra in vigore così come previsto da Montecitorio rischiamo l’infrazione e la multa». Marino include questo tema tra quelli che hanno bisogno di una risoluzione politica, al pari dei farmaci, il registro delle lobby, i notai, le società a responsabilità limitate semplificate, le assicurazioni: «Verranno affrontati la prossima settimana, perché sono gli ultimi». La stessa sorte dovrebbe toccare alle norme sul noleggio con conducente, scavalcando la temuta manifestazione dei tassisti prevista a Roma per venerdì.
Nel frattempo emergono posizioni chiare, con conseguenti polemiche, sulla determinazione delle tariffe Rc auto al Sud e sulla liberalizzazione del mercato postale. Nel primo caso è lo stesso Marino ad escludere ulteriori modifiche dopo l’emendamento che ha depotenziato il meccanismo di parificazione delle tariffe per gli automobilisti virtuosi del Sud che era stato fatto inserire alla Camera da alcuni parlamentari Pd e M5S del Mezzogiorno.
È stato invece il governo, esprimendo parere contrario in commissione Industria, a bocciare gli emendamenti bipartisan presentati all’articolo 25 che puntano ad anticipare di un anno (dal giugno 2017 al giugno 2016) l’abolizione dell’area di riserva delle Poste sulla notifica di atti giudiziari e multe. Secondo Fise Are, l’associazione degli operatori postali privati di Confindustria, la decisione di mantenere la data del 2017 «contrariamente al parere di Antitrust, Autorità per le comunicazioni, Anac e Commissione Ue e a quello dei relatori e di tutte le forze politiche, andrebbe a discapito dei cittadini su cui continuano a gravare i costi del servizio ancora in monopolio».
Carmine Fotina

Foto del profilo di Andrea Gentile

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