CSM: Via all’autoriforma Csm, più trasparenza (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Il nuovo regolamento. Il plenum approva lo Statuto che punta a una maggiore efficienza in tutte le funzioni, dalle nomine ai trasferimenti
Via all’autoriforma Csm, più trasparenza

ROMA. Dopo 30 anni di immobilismo, da ieri il Csm ha imboccato la strada del cambiamento all’insegna della trasparenza e dell’efficienza, riscrivendo e approvando – in un plenum straordinario alla presenza del capo dello Stato che del Csm è il presidente – il proprio “Statuto”, ovvero l’insieme di regole interne che disciplinano le funzioni, le competenze e tutti i procedimenti attribuiti al Csm dalla Costituzione e dalla legge: dalle nomine ai trasferimenti. «L’autoriforma è compiuta», dice con comprensibile soddisfazione il vicepresidente Giovanni Legnini, peraltro consapevole che non si tratta di un punto di arrivo ma, semmai, di partenza, perché ora comincia la vera «sfida»: tradurre in comportamenti conseguenti e coerenti le nuove regole. Di «sfida» parla anche Sergio Mattarella, ricordando che «al centro delle scelte» il Csm dovrà «sempre» mettere «la funzionalità e la qualità della giurisdizione», perché questo è «l’unico modo in cui si tutela l’autonomia e l’indipendenza della magistratura». Come dire che le scelte non possono essere governate da altri interessi, come quelli correntizi. Che invece spesso hanno condizionato l’operato di Palazzo dei Marescialli. «Da oggi le correnti e i consiglieri avranno un onere in più – dice Legnini -: dar conto delle loro migliori idee abbandonando le peggiori pratiche, soprattutto sulle nomine».
L’autoriforma, oltre a puntare a trasparenza e efficienza ha anche un obiettivo politico: è il tentativo di dare una risposta alle numerose e ricorrenti critiche – interne ed esterne alla magistratura – contro il Csm e, in particolare, la sua gestione «lottizzata», così da rendere meno impellente l’intervento riformatore annunciato da Matteo Renzi nel 2014 (ma non ancora trasformato in disegno di legge). Palazzo dei Marescialli dovrà però dimostrare di aver creato i giusti anticorpi contro la «deriva correntizia», che la politica vorrebbe correggere per via legislativa.
Il testo – relatori il laico Renato Balduzzi e il togato Ercole Aprile – è stato approvato con 18 voti favorevoli e 7 astensioni (dei togati di Magistratura indipendente e di Autonomia e indipendenza nonché dei tre laici del Centrodestra) dopo un anno e mezzo di lavoro, 66 sedute e 7 plenum. Tra i punti più qualificanti, lo stop alle nomine «a pacchetto», ovvero quelle che riguardano più magistrati da assegnare allo stesso ufficio, di solito la Cassazione, che non si voteranno più in blocco ma spacchettate, con la possibilità di presentare al plenum proposte alternative, da votare con il sistema del ballottaggio (una soluzione che potrebbe dare qualche problema applicativo). Altra importante novità è la pubblicità delle sedute di Commissione, che consentirà di “controllare” in particolare le nomine agli incarichi direttivi, sulle quali potranno dire la loro anche i consiglieri esterni alla Commissione competente, chiedendo in plenum un passo indietro sulle scelte effettuate, da rivalutare alla luce di candidati diversi da quelli proposti. Un terzo punto di novità riguarda il Comitato di presidenza, che rappresenta «la forma di governo» del Csm con compiti esecutivi e di promozione dell’attività: le nuove norme stabiliscono che i consiglieri potranno chiedere al Comitato di riesaminare le sue decisioni, come, per esempio, il rigetto di richieste di aperture di pratiche e, in caso di conferma, il vicepresidente dovrà darne conto in plenum.
Insomma, più collegialità e trasparenza. Anche per una maggiore conoscenza all’esterno del Csm che, ricorda Mattarella, ricopre «una funzione fondamentale della nostra democrazia costituzionale». Il nuovo regolamento è frutto di un’interlocuzione serrata con il Quirinale e tiene conto di «lacune» o «incertezze» emerse nella prassi. Ma secondo Mattarella, la «sfida» più grande comincia ora, «dando applicazione alle nuove norme nello spirito che le ha animate», e quindi dando corpo a trasparenza, velocità ed efficienza dei lavori del Consiglio. Donatella Stasio

Foto del profilo di Andrea Gentile

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