CARCERI: Non poteva usare i social network» (Corriere del Veneto)

CORRIERE DEL VENETO

IL CASO DI DOINA MATEI
«Non poteva usare i social network»
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando spiega le motivazioni che hanno portato alla revoca della semilibertà della giovane che uccise Vanessa Russo
VENEZIA In tema di semibiliertà e di concessione di benefici penitenziari non ci sono «vuoti di tutela» da colmare con «interventi normativi ulteriori». Lo ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando rispondendo durante il question time ad un’interrogazione sul caso di Doina Matei, la giovane che il 26 aprile 2007 uccise Vanessa Russo, e a cui è stata revocata la semilibertà dal magistrato di sorveglianza di Venezia Vincenzo Semeraro, dopo aver visto il suo profilo su Facebook. «Il nostro ordinamento già prevede meccanismi idonei a reprimere e sanzionare le violazioni delle prescrizioni connesse alla concessione dei benefici penitenziari» ha sottolineato Orlando e questi meccanismi sono stati «tempestivamente attivati» dal giudice di Venezia, che ha revocato la decisione precedente, «avendo riscontrato nel comportamento tenuto dalla donna, una violazione delle prescrizioni imposte con il programma di trattamento legato alla concessione della semilibertà».
La concessione del beneficio a Doina Matei, ha sottolineato Orlando, «era stata condizionata al rispetto di specifiche prescrizioni e, in particolare, ad un utilizzo limitato e predeterminato del telefono cellulare, che era stato autorizzato esclusivamente per comunicare con l’istituto di pena, con l’Uepe, con il datore di lavorò e con singole persone previamente individuate». E invece «l’accesso al social network, in considerazione della natura e della diffusività dello stesso, consente alla condannata di intrattenere rapporti con un numero indefinito di soggetti, ulteriori e diversi da quelli preventivamente individuati e autorizzati nel provvedimento di concessione del beneficio, realizzando in tal modo la violazione delle prescrizioni imposte».

Foto del profilo di Andrea Gentile

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